Gli elefanti neri e i bufali grigi

Un giorno un gruppo di Elefanti neri arrivò nella pianura dei Bufali grigi. Avevano dovuto attraversare tutta la Foresta Azzurra, un mare di verde e foglie, e alberi, attraverso cui la Madre li aveva guidati per giorni e giorni. Avevano lasciato, dall’altro lato della foresta, le zanne dei loro fratelli e sorelle ai bracconieri neri e ai trafficanti bianchi.

Quando arrivarono nella grande pianura verde, ai margini della Foresta Azzurra, si riversarono lungo il Fiume Bianco, non curandosi di tutti gli altri animali piccoli e grandi. Entrarono in acqua con un gran fracasso e iniziarono a bere, a soffiarsi acqua con le proboscidi; i piccoli che erano sopravvissuti riuscirono anche a giocare tra loro dimenticandosi, all’istante, di tutto quello che gli era successo.

I bufali grigi, spaventati e infastiditi, si allontanarono dal loro Fiume Bianco. Finora avevano solo sentito parlare degli elefanti neri, che vivevano dall’altro lato della Foresta Azzurra. Tra l’altro, ora non erano gli animali più grandi di questo lato della foresta.

 

Mentre gli anziani si riunivano per discutere, i giovani scesero ai margini del Fiume Bianco e chiamarono gli elefanti.

– Chi siete e cosa volete qui? – disse il bufalo più arrabbiato, Nuvola nera.

– Siamo elefanti, non vedi! – rispose l’elefante più grande.

– Vi vedo – continuò Nuvola nera.

– E stiamo bevendo – disse l’elefante.

– La nostra acqua – rispose Nuvola nera.

– Non è la vostra acqua è l’acqua del Fiume Bianco che scorre anche dal nostro lato della Foresta – disse l’elefante.

– Si ma questo non è il vostro lato del Fiume e non è il vostro lato della Foresta – replicò Nuvola nera.

– Ma c’è acqua per tutti e poi noi non mangiamo la vostra erba, preferiamo i rami degli alberi – si arrabbiò l’elefante

– Lo sappiamo, dove passate voi, infatti, gli alberi non crescono più – sbuffò Nuvola nera.

– Si, ma grazie a noi anche altri animali possono camminare nella foresta – affermò l’elefante, soddisfatto, scuotendo la testa prima a destra e poi a sinistra.

– Ma, ora – disse Nuvola nera, preoccupato – anche gli uomini, grazie a voi, potranno arrivare fin qui.

– Ma noi cosa dovevamo fare? – fece l’elefante fermandosi e inarcando la proboscide in un maestoso punto interrogativo.

– Restare dal vostro lato della foresta – rispose Nuvola nera, arricciando il muso e sbattendo le grandi labbra più volte.

– A farci massacrare dai bracconieri neri. A farci strappare le zanne, che poi avrebbero venduto ai trafficanti bianchi, forse? – L’elefante si stava davvero arrabbiando, però manteneva la sua proverbiale calma elefantiaca.

– Mi dispiace, ma questa è la nostra acqua ed è il nostro lato della foresta.

Nel mentre di questa discussione, il figlio di Nuvola nera, viene attaccato da un gruppo di iene.

Ora il cucciolo era un bufalo piccolo, non molto veloce e le iene gli furono sopra in pochi secondi perché interessato alla discussione, si era allontanato dal resto del branco. Nuvola nera si precipitò in suo aiuto e tutti gli altri bufali iniziarono a correre in cerchio intorno alle iene, che però non davano mostra di preoccuparsi, scansando i loro attacchi. Gli elefanti restarono fermi, conoscevano le iene e, anche se non li impensierivano, lanciarono un grande barrito di avvertimento. Le iene che vivevano da quel lato del fiume non avevano mai visto gli elefanti e si fermarono contemporaneamente, sorprese da quel suono inatteso. Fu un attimo e Nuvola nera si inserì nel loro gruppo, subito seguito dagli altri bufali che spezzarono l’accerchiamento del cucciolo, che fu salvo.

Visto che gli attori di questa scena erano animali, e non uomini, finì tutto così, senza conseguenze e inutili battibecchi: ogni cosa fu accettata per quello che era.

Per quel giorno il cucciolo fu salvo e le iene accettarono di aver perso. Sportivamente cercarono un’altra preda sulle rive del fiume e se ne andarono sghignazzando. Chissà perché, poi, avevano sempre da ridere e ridire su tutto e tutti!

I bufali non infastidirono gli elefanti e gli elefanti continuarono placidamente a bere l’acqua del fiume, che era di tutti. Ma sarebbe comunque finita bene, tra i bufali e gli elefanti, perché erano curiosi gli uni degli altri e cercavano di capirsi, prima di agire. L’acqua del Fiume Bianco continuava sempre a scorrere da tutti e due i lati della Foresta Azzurra.

racconto di Virginiano Spiniello
Associazione culturale Giovanni Spiniello
www.alberovagabondo.it

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