Kititi, na fisi, na simba (swahili)

La lepre, la Iena e il Leone

(traduzione dall’inglese a cura di Marisa Barile)

C’erano una volta un leone, una iena e un leone che si incontrarono un giorno per consultarsi. Loro volevano andare al paese per preparare e coltivare un giardino. Così, andarono in paese e seminarono il campo con ogni pianta che si potesse poi mangiare, ritornarono alle loro dimore e aspettarono.

Quando arrivò il tempo che le piante erano ben mature per essere mangiate, si dissero:

“Andiamo al campo e vediamo come stanno le nostre piante.”

Il campo era davvero molto, molto lontano; così, la lepre disse ai suoi compagni:

“Mentre andiamo al campo, non fermiamoci lungo il tragitto. Chiunque si fermi verrà mangiato dagli altri.” E i suoi compagni furono tutti d’accordo con quello che aveva detto la loro compagna lepre.

Così si misero in viaggio e quando furono per la strada, la lepre si fermò. I suoi compagni dissero:

“La lepre si è fermata, dobbiamo mangiarla!”

Ma la lepre rispose:

“ Beh, stavo pensando.”

E i suoi compagni le chiesero:

“A cosa pensavi?”

E lei rispose:

“Pensavo a quelle due pietre, la grande e la piccola; la piccola non va su, né la grande va giù.”

E i suoi compagni concordarono:

“Queste sì che sono parole vere!”

E continuarono il loro cammino. Un po’ più avanti, la lepre si fermò di nuovo. E i suoi compagni dissero:

“La lepre si è fermata, dobbiamo mangiarla.”

Ma la lepre disse:

“Beh, stavo pensando.”

I suoi compagni chiesero:

“A cosa pensavi?”

E la lepre rispose:

“Pensavo a questo: quando le persone indossano abiti nuovi, dove vanno a finire quelli vecchi?”

E i suoi compagni concordarono:

“Queste sì che sono parole vere!”

E ripresero il loro cammino. Un po’ più avanti, anche la iena si fermò. E i suoi compagni dissero:

“La iena si è fermata, dobbiamo mangiarla.”

E la iena rispose:

“Beh, stavo pensando.”

E i suoi compagni le chiesero:

“A cosa pensavi?”

E lei rispose:

“In verità, non pensavo proprio nulla.”

Così, i suoi compagni presero la iena e la mangiarono.

Restarono così soltanto la lepre e il leone e continuarono il loro viaggio.

Quando furono un po’ più avanti, videro un posto dove c’era una piccola caverna. La lepre si fermò. E il leone disse:

“Lepre, ti sei fermata e ti devo mangiare.”

La lepre disse:

“Beh, stavo pensando.”

Il leone le chiese:

“A cosa pensavi?”

E lei rispose:

“Pensavo a quella caverna; anticamente i nostri antenati usavano entrare di qui ed uscire dall’altro lato, ed io potrei provare ad entrare di qui ed uscire dall’altro lato, come i nostri antenati.”

E così fece. Entrò e uscì dalla caverna molte volte come aveva detto, seguendo l’usanza degli antenati.

E disse al leone:

“Vecchio compare leone, provaci anche tu ad entrare e uscire come i nostri antenati.”

E il leone andò. Entrò nella caverna, ma ad un certo punto si rese conto di essere bloccato: era talmente grosso per una caverna così piccola che non riusciva ad andare né avanti né indietro. La lepre salì sul dorso del leone e cominciò a mangiarlo. Quando ebbe finito con il dorso, il leone disse:

“Fratello, continua a mangiarmi davanti.”

Ma la lepre, furba, rispose:

“Non posso venire a mangiarti lì davanti, i miei occhi ne hanno vergogna.”

E la lepre continuò il suo viaggio lasciando il leone lì; prese così il campo e lo tenne tutto per sé.

 

In allegato il testo originale in lingua swahili

 

 

Favola
La lepre, la Iena e il Leone

C’erano una volta un leone, una iena e un leone che si incontrarono un giorno per consultarsi. Loro volevano andare al paese per preparare e coltivare un giardino. Così, andarono in paese e seminarono il campo con ogni pianta che si potesse poi mangiare, ritornarono alle loro dimore e aspettarono.
Quando arrivò il tempo che le piante erano ben mature per essere mangiate, si dissero:
“Andiamo al campo e vediamo come stanno le nostre piante.”
Il campo era davvero molto, molto lontano; così, la lepre disse ai suoi compagni:
“Mentre andiamo al campo, non fermiamoci lungo il tragitto. Chiunque si fermi verrà mangiato dagli altri.” E i suoi compagni furono tutti d’accordo con quello che aveva detto la loro compagna lepre.
Così si misero in viaggio e quando furono per la strada, la lepre si fermò. I suoi compagni dissero:
“La lepre si è fermata, dobbiamo mangiarla!”
Ma la lepre rispose:
“ Beh, stavo pensando.”
E i suoi compagni le chiesero:
“A cosa pensavi?”
E lei rispose:
“Pensavo a quelle due pietre, la grande e la piccola; la piccola non va su, né la grande va giù.”
E i suoi compagni concordarono:
“Queste sì che sono parole vere!”
E continuarono il loro cammino. Un po’ più avanti, la lepre si fermò di nuovo. E i suoi compagni dissero:
“La lepre si è fermata, dobbiamo mangiarla.”
Ma la lepre disse:
“Beh, stavo pensando.”
I suoi compagni chiesero:
“A cosa pensavi?”
E la lepre rispose:
“Pensavo a questo: quando le persone indossano abiti nuovi, dove vanno a finire quelli vecchi?”
E i suoi compagni concordarono:
“Queste sì che sono parole vere!”
E ripresero il loro cammino. Un po’ più avanti, anche la iena si fermò. E i suoi compagni dissero:
“La iena si è fermata, dobbiamo mangiarla.”
E la iena rispose:
“Beh, stavo pensando.”
E i suoi compagni le chiesero:
“A cosa pensavi?”
E lei rispose:
“In verità, non pensavo proprio nulla.”
Così, i suoi compagni presero la iena e la mangiarono.
Restarono così soltanto la lepre e il leone e continuarono il loro viaggio.
Quando furono un po’ più avanti, videro un posto dove c’era una piccola caverna. La lepre si fermò. E il leone disse:
“Lepre, ti sei fermata e ti devo mangiare.”
La lepre disse:
“Beh, stavo pensando.”
Il leone le chiese:
“A cosa pensavi?”
E lei rispose:
“Pensavo a quella caverna; anticamente i nostri antenati usavano entrare di qui ed uscire dall’altro lato, ed io potrei provare ad entrare di qui ed uscire dall’altro lato, come i nostri antenati.”
E così fece. Entrò e uscì dalla caverna molte volte come aveva detto, seguendo l’usanza degli antenati.
E disse al leone:
“Vecchio compare leone, provaci anche tu ad entrare e uscire come i nostri antenati.”
E il leone andò. Entrò nella caverna, ma ad un certo punto si rese conto di essere bloccato: era talmente grosso per una caverna così piccola che non riusciva ad andare né avanti né indietro. La lepre salì sul dorso del leone e cominciò a mangiarlo. Quando ebbe finito con il dorso, il leone disse:
“Fratello, continua a mangiarmi davanti.”
Ma la lepre, furba, rispose:
“Non posso venire a mangiarti lì davanti, i miei occhi ne hanno vergogna.”
E la lepre continuò il suo viaggio lasciando il leone lì; prese così il campo e lo tenne tutto per sé.

Questa voce è stata pubblicata in Racconti e contrassegnata con , . Contrassegna il permalink.